Nasce la Fondazione Editoriale Domani di De Benedetti

A Roma è ufficialmente nata la Fondazione Editoriale Domani, che diventa l’unico azionista di Editoriale Domani S.p.A., casa editrice del quotidiano Domani. La fondazione, voluta da Carlo De Benedetti, è stata istituita per garantire al giornale un futuro autonomo e indipendente, realizzando così la promessa fatta dall’imprenditore fin dalla nascita della testata nel 2020. L’operazione, gestita dallo studio legale Morri Rossetti & Franzosi, ha consentito alla nuova fondazione di acquisire l’intero capitale sociale di Editoriale Domani. Il team composto dal dottor Davide Rizzo, partner, e dall’avvocata Valentina Bianchin, senior associate, ha curato gli aspetti finanziari e legali dell’accordo. Secondo quanto si legge nella nota diffusa dallo studio, la Fondazione Editoriale Domani diventa così socio unico della società editrice, completando un riassetto pensato per assicurare stabilità e indipendenza alla testata. L’ingegnere De Benedetti, che oggi ha 90 anni, aveva annunciato l’intenzione di creare una fondazione già durante il quinto anniversario del quotidiano, celebrato il 15 settembre. “La mia idea da sempre era che, quando il giornale fosse stato in equilibrio economico, l’avrei passato a una fondazione. E oggi, cogliendo l’occasione del compleanno dei cinque anni, rispetto quella promessa”, ha dichiarato. L’imprenditore ha sottolineato di voler restare vicino al progetto editoriale: “Continuerò a seguire con passione il giornale, anche se non sarà più mio ma della fondazione”. La Fondazione Editoriale Domani sarà dotata di una dote iniziale di 4 milioni di euro e avrà il compito di proseguire la linea editoriale fondata sui principi di progressismo, indipendenza e riformismo. De Benedetti ha spiegato che, insieme ad Antonio Campo Dall’Orto, verranno individuate “persone di alto profilo, in sintonia con la vocazione editoriale del giornale”, per garantire una direzione culturale forte e coerente. Dal punto di vista economico, il quotidiano Domani non ha ancora raggiunto il pareggio di bilancio, ma le perdite, oggi vicine al milione di euro, dovrebbero azzerarsi entro un anno grazie alla crescita del digitale e a una strategia di abbonamenti mirati attraverso le newsletter. Il giornale, diretto da Emiliano Fittipaldi, punta a rafforzare il rapporto con i lettori e a consolidare la propria presenza online. La decisione di De Benedetti rappresenta un passaggio importante nella storia recente dell’editoria italiana. L’imprenditore, dopo aver lasciato il gruppo Gedi e la guida di Repubblica, aveva fondato Domani nel pieno della pandemia, con l’obiettivo di creare un giornale libero da partiti e interessi economici. “Ho coltivato la mia indipendenza e le mie idee di libertà. Così è nato Domani, per non lasciare morire quel filone di indipendenza, internazionalismo e cultura”, ha ricordato. Con la nascita della Fondazione, De Benedetti consegna così la sua creatura editoriale a un organismo senza fini di lucro, pensato per tutelare nel tempo l’autonomia del giornalismo e la libertà dell’informazione.
ChatGPT apre ai contenuti erotici per adulti verificati

Da dicembre 2025, gli utenti adulti di ChatGPT potranno accedere a conversazioni con contenuti erotici, ma solo dopo una verifica dell’età. Lo ha annunciato Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, in un post pubblicato sulla piattaforma X, spiegando che “gli utenti adulti saranno trattati come adulti” quando la società avrà completato l’implementazione dei nuovi limiti di età. Si tratta di un cambio importante nella politica di OpenAI, che finora ha vietato ogni tipo di contenuto per adulti all’interno delle conversazioni di ChatGPT. Altman ha precisato che le versioni precedenti del chatbot erano state rese “piuttosto restrittive” per proteggere gli utenti da rischi legati alla salute mentale, ma questo ha finito per rendere l’intelligenza artificiale “meno utile per molti”. Secondo l’amministratore delegato, la nuova impostazione permetterà agli utenti di scegliere anche diverse personalità del chatbot, con comportamenti e stili comunicativi personalizzati. Queste funzioni saranno basate sull’ultimo aggiornamento di GPT-4o, la versione più recente del sistema di linguaggio di OpenAI. “Tra qualche settimana – ha scritto Altman – pubblicheremo una nuova versione di ChatGPT. Se vuoi che risponda in modo molto umano o usi un sacco di emoji, o si comporti come un amico, dovrebbe farlo ma solo se lo desideri tu”. Per la gestione dei contenuti per adulti, la piattaforma utilizzerà un sistema di verifica dell’età, necessario per accedere alle nuove funzioni. Nelle ultime settimane OpenAI ha già introdotto un’esperienza dedicata ai minorenni, che blocca automaticamente materiale esplicito e adatta le risposte all’età dell’utente. La società sta inoltre sperimentando una tecnologia predittiva in grado di stimare se un utente ha più o meno di 18 anni, analizzando il suo comportamento durante l’interazione. L’annuncio ha attirato l’attenzione anche delle autorità europee, impegnate a rafforzare le regole sulla protezione dei minori online. L’Unione Europea, attraverso la legge sui servizi digitali (DSA), ha chiesto ai principali operatori tecnologici di spiegare come intendano garantire la sicurezza dei più giovani. In parallelo, negli Stati Uniti, la Federal Trade Commission ha richiesto informazioni a varie aziende, tra cui OpenAI e xAI di Elon Musk, per valutare l’impatto dei chatbot sui minori. Il tema dei comportamenti dannosi e della dipendenza emotiva legata all’uso dell’intelligenza artificiale è oggetto di crescente attenzione. Di recente, alcune segnalazioni hanno evidenziato casi di utenti che sviluppano legami affettivi con i chatbot. Un sondaggio del Centre for Democracy and Technology, un’organizzazione no-profit statunitense, ha indicato che uno studente su cinque ha tentato di instaurare una relazione sentimentale con un’IA. La decisione di OpenAI arriva in un contesto competitivo in cui diverse aziende stanno esplorando forme di interazione più umane tra utenti e intelligenze artificiali. Tra i rivali di ChatGPT, la piattaforma Grok, di proprietà di Elon Musk, ha recentemente introdotto i cosiddetti “compagni animati”, tra cui personaggi digitali ispirati al mondo dei cartoni orientali. (In foto, Sam Altman)
Fieg denuncia Google all’Agcom: “AI Overviews minaccia i media”

Gli editori italiani associati alla Fieg hanno presentato oggi, a Roma, un reclamo formale all’Agcom contro il servizio “AI Overviews” di Google, chiedendo che venga verificata la sua conformità al Digital Services Act (DSA). Il reclamo arriva dopo l’introduzione in Italia di questa funzione, che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire risposte dirette agli utenti all’interno dei risultati di ricerca, senza che sia necessario visitare i siti delle fonti originali. Secondo la Fieg, questa modalità di ricerca sta riducendo in modo significativo la visibilità dei contenuti editoriali, con conseguenze negative per il settore dell’informazione e per l’equilibrio economico degli editori. L’associazione spiega che “Google sta diventando un ‘traffic killer’”, perché le risposte generate dall’AI vengono mostrate prima dei link ai siti dei giornali, scoraggiando gli utenti dal cliccarci sopra. Nella nota tecnica inviata all’Agcom, la federazione sottolinea che questa pratica si traduce in una diminuzione degli accessi alle pagine web delle testate giornalistiche, con un impatto diretto sui ricavi pubblicitari e quindi sulla sostenibilità economica del settore. L’effetto, secondo gli editori, è quello di limitare la diversità dei media e la pluralità dell’informazione, elementi fondamentali per la democrazia e la corretta informazione dei cittadini. La segnalazione all’Agcom, che in Italia ricopre il ruolo di Coordinatore nazionale dei Servizi Digitali, è parte di un’azione coordinata a livello europeo. Anche ENPA, l’associazione europea degli editori, ha promosso una iniziativa analoga presso i Coordinatori dei Servizi Digitali di altri Paesi dell’Unione Europea, con l’obiettivo comune di ottenere dalla Commissione Europea l’apertura di un procedimento formale ai sensi del DSA. Il Digital Services Act, entrato in vigore nel 2024, stabilisce regole precise per i grandi operatori digitali, imponendo obblighi di trasparenza, responsabilità e equità nei confronti dei contenuti e dei servizi offerti. Secondo la Fieg, le funzioni AI Overviews e AI Mode introdotte da Google violerebbero alcune di queste disposizioni, creando una concorrenza diretta ai contenuti editoriali e alterando l’ecosistema informativo online. La federazione degli editori italiani ha quindi chiesto che l’Agcom valuti l’operato di Google e verifichi se le sue nuove funzionalità rispettino gli obblighi previsti dalla legge europea. La richiesta è ora al vaglio delle autorità competenti, mentre gli editori ribadiscono la necessità di tutelare la sostenibilità del giornalismo e la libertà d’informazione in un contesto digitale in rapida trasformazione.