Sardinia Post chiude dopo 13 anni di attività. Redazione in due fino a oggi: “Abbiamo fatto il possibile”

Ha cessato ufficialmente le pubblicazioni Sardinia Post, testata giornalistica nata nel 2012, dopo quasi tredici anni di attività. La notizia è stata comunicata ieri alla redazione da Ico 2006 srl, società editrice della testata, che ha avviato le procedure di liquidazione a seguito del mancato accoglimento da parte del Tribunale di Cagliari, lo scorso 16 gennaio, del piano di ristrutturazione del debito presentato secondo quanto previsto dal Codice della crisi d’impresa. Nel documento inviato alla direzione e alla redazione, Ico 2006 ha ricostruito le fasi che hanno portato allo stop definitivo della testata. Le difficoltà economiche sono iniziate durante la pandemia e si sono aggravate con la crisi del precedente socio unico, la Onorato Armatori srl, che ha determinato una riduzione di circa il 50% dei ricavi. Nel 2021 le quote erano passate a una nuova compagine, guidata da Defendini Logistica srl, la quale, a distanza di 18 mesi, ha attraversato a sua volta una crisi aziendale irreversibile. A fine 2023 era stato firmato un accordo con Sae Sardegna spa, editrice de La Nuova Sardegna, che prevedeva l’affitto del ramo d’azienda editoriale e un’opzione di acquisto subordinata al buon esito dell’iter giudiziario. Tuttavia, il rigetto del piano di ristrutturazione da parte del Tribunale ha interrotto ogni possibilità di continuità. Nel periodo successivo, la direzione è stata assunta da uno dei due giornalisti rimasti operativi, in un contesto fortemente ridimensionato. L’obiettivo era garantire, nonostante le limitate risorse, il proseguimento delle pubblicazioni del sito e del bimestrale cartaceo Sardinia Post Magazine, nella speranza di attrarre nuovi investitori. Tuttavia, da gennaio a oggi, non si sono concretizzate proposte per il salvataggio dell’attività editoriale. La decisione di cessare immediatamente le pubblicazioni è stata presa dal liquidatore incaricato dal Tribunale, con l’obiettivo di evitare l’accumulo di ulteriori debiti. Al momento, la testata risulta “congelata”: ne sarà determinato il valore sul mercato e sarà oggetto di liquidazione. In tale scenario, potrà essere acquisita da terzi, liberi da passività pregresse. L’Associazione della Stampa Sarda, con il supporto della Federazione nazionale della Stampa italiana, ha espresso solidarietà ai giornalisti coinvolti e sta lavorando per individuare possibili soluzioni in grado di offrire una nuova prospettiva occupazionale, salvaguardando la presenza di un’informazione indipendente nel panorama regionale. Nel corso degli anni, Sardinia Post si era distinta per la sua linea editoriale autonoma, rappresentando una voce alternativa nel panorama informativo dell’isola. Nonostante le difficoltà, la redazione ha continuato a pubblicare contenuti fino alla comunicazione ufficiale della chiusura. La proprietà ha ringraziato i collaboratori e i lettori che hanno sostenuto il progetto editoriale, specificando che l’attuale interruzione non equivale alla fine definitiva della testata. Tuttavia, a oggi, non esistono le condizioni economiche per proseguirne le attività.
La BBC lancia il suo primo sito con abbonamento negli Stati Uniti, a 8.99 dollari al mese

La BBC ha lanciato il suo primo sito web a pagamento per gli utenti negli Stati Uniti, introducendo un modello di abbonamento che consente l’accesso illimitato ai contenuti di BBC.com. Il nuovo sistema prevede un costo di 8.99 dollari al mese o 49.99 dollari all’anno, con un paywall dinamico che valuta il comportamento degli utenti in base all’engagement, anziché applicare un limite fisso di articoli gratuiti. Il lancio è stato guidato congiuntamente da BBC News e BBC Studios, quest’ultima responsabile delle attività commerciali globali della BBC. Secondo quanto comunicato, gli utenti statunitensi abbonati avranno accesso agli articoli completi del sito e alla diretta streaming continua del canale BBC News. Nei mesi successivi verranno introdotti documentari e podcast senza pubblicità, contenuti in anteprima, newsletter esclusive e ulteriori funzionalità. Gli utenti non abbonati continueranno a ricevere l’accesso a notizie selezionate dell’ultima ora, allo streaming radiofonico di BBC Radio 4 e BBC World Service, a podcast gratuiti e ai contenuti nei siti linguistici del World Service. La BBC ha chiarito che non è previsto il lancio del paywall in altri Paesi al di fuori del Nord America. Rebecca Glashow, CEO di BBC Global Media and Streaming, ha dichiarato: “Oltre tre anni fa, abbiamo intrapreso una missione ambiziosa: reinventare completamente il modo in cui forniamo le notizie e i contenuti di cronaca di livello mondiale della BBC ai consumatori negli Stati Uniti. Il nostro obiettivo? Servire il nostro pubblico meglio che mai e aprire nuove opportunità di crescita”. Il sito BBC.com registra circa 139 milioni di visitatori globali, di cui quasi 60 milioni provenienti dagli Stati Uniti. Secondo i dati di Similarweb riferiti a maggio, le visite dagli USA sono state 107 milioni, rendendo BBC.com il decimo sito di notizie più visitato nel Paese. Negli ultimi dodici mesi, la BBC ha raddoppiato le capacità redazionali negli Stati Uniti e rilanciato il sito e la app per il pubblico internazionale. Secondo Tara Maitra, Chief Commercial Officer di BBC Studios, il sito ha registrato una crescita a doppia cifra per sette mesi consecutivi. “Stiamo crescendo a un ritmo più veloce di molti dei nostri concorrenti nel settore dell’informazione commerciale”, ha affermato, attribuendo i risultati alla qualità del giornalismo BBC e all’espansione digitale. Gli utenti britannici in viaggio negli Stati Uniti potranno continuare ad accedere all’app BBC News come di consueto, purché abbiano aggiornato l’app prima della partenza. Al Festival di Cannes, Sam Mellor, vicepresidente per il marketing di BBC Studios, ha sottolineato che la collaborazione pubblicitaria con la BBC produce “Vediamo un aumento dell’80% nella probabilità di raccomandazione, probabilità di essere considerati affidabili, probabilità di essere visti come un marchio innovativo per gli inserzionisti che lavorano con noi e investono nel nostro ecosistema”. BBC Studios, che ha registrato 1.8 miliardi di sterline di ricavi nell’ultimo esercizio, ha confermato che il progetto rientra in un piano strategico per aumentare i ricavi internazionali e sostenere le attività giornalistiche e di produzione narrativa della BBC, contribuendo a valorizzare il canone. (In copertina, schermata della homepage di BBC.com con il pulsante “Subscribe” in alto a destra. Immagine: BBC)
NewsGuard lancia l’indice Reality Gap per misurare la disinformazione: 49% ingannati dalle bufale

NewsGuard ha annunciato il lancio del Reality Gap Index, un nuovo sistema di misurazione mensile che rileva la propensione dei cittadini statunitensi a credere ad affermazioni false che circolano online. Il dato inaugurale, relativo al mese di giugno, segnala che il 49% del campione ha creduto ad almeno una delle principali bufale del mese. L’indice è elaborato in collaborazione con YouGov, attraverso un sondaggio condotto su un campione rappresentativo di 1.000 cittadini statunitensi. Il Reality Gap Index intende fornire una valutazione continuativa dell’impatto delle disinformazioni virali, attingendo al database False Claims Fingerprints di NewsGuard, un archivio costantemente aggiornato di affermazioni dimostrabilmente false. Ogni mese vengono selezionate tre tra le bufale più diffuse, rischiose e virali; il sondaggio misura quante persone le ritengano vere, false o non si esprimano. Nel mese di giugno, sono state analizzate tre affermazioni: che pallet di mattoni siano stati posizionati a Los Angeles durante proteste come presunta arma per i manifestanti; che i senatori Lindsey Graham e Richard Blumenthal abbiano speso oltre 800.000 dollari di fondi pubblici in hotel durante un viaggio in Ucraina; e che in Sudafrica sia in corso un “genocidio dei bianchi” ai danni dei cittadini sudafricani di origine europea. I risultati del sondaggio hanno evidenziato che solo il 7% del campione ha identificato correttamente tutte e tre le affermazioni come false, mentre il 74% ha espresso incertezza su almeno una delle tre. La percentuale complessiva di coloro che hanno creduto ad almeno una delle bufale si attesta al 49%. “Ogni giorno il nostro team identifica e smentisce affermazioni false potenzialmente dannose che attori malintenzionati – da Mosca a Pechino, fino a coloro che diffondono bufale sulla salute – fanno circolare online”, ha dichiarato Steven Brill, co-CEO di NewsGuard. “Ciò che non era ancora stato misurato è il risultato finale di questo fenomeno: sono stati in grado i diffusori di queste affermazioni false di convincere i cittadini a crederci? Questo è l’obiettivo del Reality Gap Index”. L’indice sarà aggiornato mensilmente nella newsletter Reality Check e fornirà anche una panoramica storica dei dati raccolti. Il monitoraggio intende contribuire a comprendere l’efficacia delle strategie di fact-checking, dei filtri adottati dalle piattaforme digitali e delle barriere implementate nei sistemi di intelligenza artificiale per arginare la disinformazione. Verranno analizzati anche i contenuti generati da AI, audio, immagini e video falsi, per verificare l’effetto cumulativo delle nuove tecnologie nella manipolazione dell’opinione pubblica. A tutela degli intervistati, al termine del sondaggio sono state fornite le informazioni corrette, al fine di non amplificare involontariamente la diffusione delle affermazioni false oggetto del test.