NY Post, reporter sospeso dopo accuse al capo per articolo sul candidato di Trump

Il New York Post ha sospeso il giornalista Josh Kosman, con sedici anni di esperienza nella redazione, dopo che quest’ultimo ha accusato il caporedattore Keith Poole di aver modificato profondamente un suo articolo su Terry Cole, candidato scelto dall’ex presidente Donald Trump per guidare la Drug Enforcement Administration (DEA). La sospensione è avvenuta martedì, dopo che la newsletter Breaker ha contattato il Post per un commento sul caso. Kosman ha riferito che il suo articolo, incentrato su segnalazioni interne alla DEA e sul “passato travagliato” di Cole, era stato riscritto da Poole senza il suo consenso. “Non c’è un modo giusto per dirlo, quindi lo dirò e basta: KP [Keith Poole] ha modificato la storia”, si legge in un’e-mail inviata a Kosman dal direttore politico del giornale. “Gli ho inviato la copia più recente e la sua risposta è stata ‘No. Non lo pubblicherò’, in un modo che chiariva che non gli avrei fatto cambiare idea… Mi dispiace molto. Pensavo che avessimo la storia… ma a volte le decisioni vengono prese al di sopra delle mie competenze”. Secondo Breaker, l’articolo conteneva riferimenti a una presunta operazione fallita gestita da una squadra colombiana legata agli Stati Uniti, che avrebbe portato alla morte di 10 agenti locali, seguita da una brutale rappresaglia da parte di un cartello messicano che ha causato decine di vittime civili. Fonti della CNN hanno confermato le preoccupazioni di diversi ex funzionari DEA in merito alla nomina di Cole. Due settimane dopo il rifiuto dell’articolo, il caporedattore economico del Post avrebbe comunicato a Kosman la necessità di aderire a un piano di miglioramento delle prestazioni oppure “prendersi del tempo per cercare un altro lavoro”, secondo quanto riferito dal co-fondatore di Breaker, Lachlan Cartwright. “Purtroppo, quando Keith agisce in questo modo, stai mettendo a tacere una storia”, ha detto Kosman a Breaker. “Poi due settimane dopo mi dici di andarmene. L’ho sicuramente interpretato come una ritorsione. La tempistica non mi è sembrata casuale”. Un portavoce del New York Post ha però smentito le accuse in una dichiarazione a Breaker: “Le accuse di ‘cattura e uccidi’ e di ritorsione contro Josh Kosman sono assolutamente, categoricamente false. Oltre a ciò, non commentiamo questioni relative al personale”. Il caso si inserisce in un contesto più ampio di rapporti tra media e politica. All’inizio del mese, Trump ha espresso pubblicamente sostegno a Poole, lodando il suo lavoro al Post e invitando Rupert Murdoch a fargli gestire anche il Wall Street Journal. “Raccomando vivamente a Keith Poole, caporedattore del New York Post di grande successo, di prendere in mano l’intera gestione del Wall Street Journal, un giornale altamente impreciso e ‘incentrato sulla Cina’”, ha scritto Trump sui suoi canali ufficiali. “È una mossa facile per Rupert, e ne apprezzerà i risultati”. (In copertina, foto AP/Evan Vucci)