Cambi in vista tra i quotidiani degli Angelucci: ecco le novità

giro di poltrone alle testate Angelucci

A Bologna, durante l’Assemblea di Confindustria del 27 maggio, alla quale ha preso parte anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si è diffusa tra i giornalisti la notizia di una riorganizzazione interna nelle testate editoriali del gruppo Angelucci, in fase avanzata di definizione. Secondo quanto emerso da fonti qualificate, l’attuale direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, dovrebbe passare al ruolo di direttore editoriale, mentre la direzione del quotidiano sarebbe affidata a Tommaso Cerno, attualmente alla guida de Il Tempo. Contestualmente, alla direzione de Il Tempo dovrebbe arrivare Daniele Capezzone, che lascerebbe così la direzione editoriale di Libero. Tale posizione verrebbe quindi assunta da Vittorio Feltri, già in passato alla guida del quotidiano e attualmente direttore editoriale de Il Giornale, che a sua volta la lascerebbe libera per Sallusti. Fuori da questo riassetto organizzativo rimarrebbero per ora Mario Sechi, confermato alla direzione di Libero, e Osvaldo De Paolini, alla guida del settimanale Moneta, testata a contenuto economico-finanziario lanciata di recente e distribuita in allegato ai quotidiani del gruppo, ma anche in edizione autonoma. Parallelamente al giro di nomine, il gruppo editoriale Angelucci prevede anche un’ampia riorganizzazione tecnica della struttura gestionale delle proprie testate, con interventi volti a ridefinire ruoli, processi produttivi e dinamiche interne. [Nella foto, da sinistra in alto: Alessandro sallusti (foto Ansa), Mario Sechi (foto Ansa), Tommaso Cerno (foto Ansa); sotto, da sinistra: Vittorio Feltri (foto Ansa), Daniele Capezzone (foto Ansa) e Osvaldo De Paolini]

Vincenzo di Vincenzo vicedirettore de Il Mattino

Vincenzo Di Vincenzo

A partire dal 1° giugno 2025, Vincenzo di Vincenzo assumerà l’incarico di vicedirettore de Il Mattino, come comunicato ufficialmente da Caltagirone Editore attraverso una nota diffusa il 27 maggio. La nomina rappresenta un nuovo tassello nella carriera di un giornalista che ha attraversato oltre tre decenni di attività nel panorama dell’informazione nazionale, con un lungo percorso all’interno dell’agenzia Ansa, dove ha ricoperto ruoli apicali. Nato a Napoli nel 1959, di Vincenzo è laureato in Giurisprudenza presso l’Università Federico II. Ha iniziato la sua attività professionale in una televisione privata locale, per poi entrare nel 1990 nella redazione napoletana dell’Ansa, dove è rimasto per tredici anni. Nel 2003 è stato trasferito nella sede centrale di Roma, dove ha assunto la guida dell’area multimediale dell’agenzia e del portale Ansa.it, contribuendo allo sviluppo dell’informazione digitale. Dal 2008 ha diretto la redazione di Milano, consolidando ulteriormente il proprio ruolo all’interno della struttura editoriale. Nel marzo 2025 è stato nominato caporedattore centrale, posizione che ha ricoperto fino alla nuova designazione alla vicedirezione del quotidiano partenopeo.

Pentagono, nuove regole limitano l’accesso ai media per prevenire fughe di notizie

Donald Trump e Pete Hegseth

Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha annunciato nuove restrizioni per i giornalisti accreditati presso il Pentagono, limitandone l’accesso agli spazi non classificati del quartier generale del Dipartimento della Difesa. Le disposizioni, entrate in vigore immediatamente, impongono che i reporter siano scortati da personale ufficiale per muoversi all’interno dell’edificio di Arlington, in Virginia, a meno che non dispongano di un’autorizzazione specifica. Nel memorandum ufficiale, Hegseth ha sottolineato l’impegno del Dipartimento nel mantenere la trasparenza, ribadendo però la necessità di tutelare informazioni classificate e dati sensibili, la cui diffusione non autorizzata potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza dei militari statunitensi. Il provvedimento si inserisce in un contesto più ampio di contrasto alle fughe di notizie, considerato una priorità dell’amministrazione guidata da Donald Trump. La stretta sulla stampa riguarda anche misure già in atto, come l’utilizzo del poligrafo per identificare le fonti di divulgazione non autorizzata. Secondo fonti interne, alcuni funzionari del Dipartimento della Sicurezza Interna sono stati informati della possibilità di essere licenziati in caso di rifiuto a sottoporsi alla macchina della verità. Le nuove linee guida sono state criticate dalla Pentagon Press Association, l’organizzazione che rappresenta i giornalisti specializzati in affari militari, che ha definito le restrizioni un “attacco diretto alla libertà di stampa”. In una nota ufficiale, l’associazione ha ricordato che per decenni i reporter hanno avuto accesso regolare agli spazi non classificati del Pentagono, anche in periodi di elevata tensione nazionale, come dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, senza che ciò fosse ritenuto un rischio per la sicurezza operativa. Le limitazioni coincidono con l’inizio del secondo mandato di Trump, insediatosi a gennaio, in un contesto di crescente tensione tra l’amministrazione e la stampa. Nel nuovo assetto, alcune testate tradizionali sono state costrette a lasciare i propri uffici all’interno del Pentagono, nell’ambito di un sistema di rotazione che, secondo le autorità, intende offrire opportunità eque ad altri organi di informazione. Tra i media coinvolti figurano il New York Times, il Washington Post, la Cnn e Nbc News, insieme a testate vicine all’attuale amministrazione come il New York Post, Breitbart, Daily Caller e One America News Network. (In foto, Donald Trump e Pete Hegseth)