Giorgetti: “Il Parlamento decida sul canone Rai”
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che sarà il Parlamento a decidere in merito al canone Rai, ora oggetto di dibattito politico. Interrogato dai cronisti alla Camera dei Deputati, Giorgetti ha chiarito la posizione del governo su un emendamento al decreto fiscale presentato dalla Lega, che chiede di mantenere anche per il 2025 la riduzione del canone da 90 a 70 euro. “Il Parlamento è sovrano, decide il Parlamento”, ha affermato Giorgetti, sottolineando l’intenzione di lasciare ai rappresentanti eletti la decisione finale sul tema. Il taglio, inizialmente applicato come misura temporanea, mira a ridurre il peso della tassa per i cittadini, ma resta ancora incerta la sua conferma per il prossimo anno.
Bruno Vespa: “Il mio futuro in Rai? Dobbiamo parlarne”

Bruno Vespa, storico conduttore di Porta a Porta, ha lasciato intendere dubbi sul proprio futuro durante un’intervista a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Interrogato da Giorgio Lauro e Marisa Laurito sul passaggio di Amadeus al Nove, Vespa ha espresso simpatia per la scelta del collega e ne ha compreso le ragioni: “Non l’ho ancora visto, ma provvederò. Sono suo amico e gli auguro tutto il bene”. Ha poi aggiunto che il cambio di rete può offrire nuovi stimoli, senza ridursi solo a una questione economica. Vespa ha rivelato di essere stato avvicinato da Mediaset in passato, sia da Silvio Berlusconi sia più recentemente da Pier Silvio Berlusconi. Nonostante le cifre consistenti che gli erano state offerte, ha preferito restare in Rai, dove è approdato a soli 18 anni: “Nonostante ci abbia rimesso parecchi soldi, sono rimasto”. Vespa ha specificato che, prima dell’avvio di Cinque Minuti, Mediaset gli aveva proposto esattamente il doppio della cifra che percepisce attualmente. Il contratto con la Rai scadrà nell’agosto dell’anno prossimo, e Vespa non ha escluso l’ipotesi di considerare nuove opportunità: “Chissà… Dobbiamo parlarne”, ha commentato, lasciando aperte tutte le possibilità. “La Rai è stata molto generosa, giustamente, con tanti colleghi”, ha osservato, con un tono che potrebbe suggerire una leggera perplessità. Vespa sembra in attesa di chiarimenti da parte dell’azienda e valuta ogni eventualità, senza chiudere le porte a un eventuale approdo in altre reti. (In foto, lo Speciale Elezioni USA 2024 di Porta a Porta e Tg1)
Il Guardian si ritira da X, definendola “tossica”

Il Guardian ha annunciato il 13 novembre che non pubblicherà più contenuti su X, descrivendo la piattaforma di proprietà di Elon Musk come “tossica”. Questa decisione segue una lunga riflessione, con la testata britannica che ha espresso preoccupazione per i contenuti inquietanti presenti su X, inclusi teorie cospirative di estrema destra e razzismo. Nel comunicato ufficiale, il Guardian ha spiegato che “i vantaggi di rimanere su X sono ormai superati dagli svantaggi”. Il giornale ha scelto di indirizzare le proprie risorse verso canali dove possa promuovere meglio il proprio giornalismo, evitando un ambiente che, a suo parere, non favorisce un’informazione affidabile e sicura. Di conseguenza, gli account ufficiali del Guardian su X sono stati archiviati, e l’ultimo post risale al 13 novembre. Con oltre 80 account e 27 milioni di follower su X, il Guardian invita i lettori a seguire i suoi aggiornamenti tramite il sito web o l’app ufficiale. La decisione di abbandonare la piattaforma arriva in un momento in cui Musk, noto per la sua visione estrema della libertà d’espressione e l’assenza di controllo sui contenuti, ha influenzato il discorso pubblico su X, sostenendo apertamente la campagna elettorale di Donald Trump. Musk ha acquisito X (precedentemente Twitter) nel 2022 per 44 miliardi di dollari, e da allora ha trasformato il social in uno spazio di libera espressione spesso privo di moderazione. Durante l’ultima campagna elettorale, il supporto di Musk a Trump e l’utilizzo del suo account con quasi 205 milioni di follower per promuovere il candidato repubblicano hanno intensificato le preoccupazioni del Guardian. Pur non essendo presente su X, il giornale consente comunque agli utenti di condividere i propri articoli dalla piattaforma. Il modello economico del Guardian, che si basa su finanziamenti diretti dei lettori piuttosto che su contenuti pensati per algoritmi virali, è un’ulteriore motivazione per l’abbandono di X. Il Guardian ha dichiarato: “La campagna elettorale ha confermato quello che sapevamo: X è una piattaforma tossica, in cui la politica editoriale di Musk influisce negativamente sul discorso politico”.