Scanavino nega la vendita di Repubblica e La Stampa

Maurizio Scanavino, presidente del gruppo Gedi, ha respinto le voci di una possibile vendita di Repubblica e La Stampa, dichiarando che tali speculazioni non hanno alcun fondamento. “Da un paio di anni circa si susseguono voci spontanee, false, relative alla vendita di Repubblica e La Stampa”, ha detto, intervenendo dopo un’audizione alla Commissione intelligenza artificiale per l’informazione. “Posso confermare che queste testate non sono in vendita siamo pronti a convivere con ulteriori indiscrezioni anche per il futuro”. Scanavino ha attribuito l’origine dei rumor alla strategia di Gedi, orientata su scala nazionale, con la cessione di alcune testate locali a editori qualificati per preservarne la funzione informativa. Secondo lui, queste operazioni hanno portato alcuni a credere erroneamente che altre attività del gruppo potessero essere cedute. Il presidente ha sottolineato anche la recente partnership con OpenAI, parte della visione di Gedi verso l’innovazione e la transizione digitale. “L’accordo conferma l’impronta innovativa di Gedi e la nostra presenza qui l’impegno del gruppo a guardare al futuro e alla transizione digitale”, ha affermato.

New York Times, sciopero tech rischia copertura elettorale

NYTimes

I dipendenti tech del New York Times, rappresentati dalla Times Tech Guild, hanno indetto uno sciopero un giorno prima delle elezioni presidenziali del 2024, dopo una lunga disputa sulla parità salariale e sul lavoro ibrido. Lo sciopero, iniziato alle 00:01 ET di lunedì e sostenuto con picchetti giornalieri davanti alla sede dell’8th Avenue, potrebbe segnare il primo evento simile dal 1964 a coincidere con le elezioni, secondo il sindacato. La Times Tech Guild, affiliata alla NewsGuild di New York, ha dichiarato che la protesta nasce dall’insoddisfazione per la mancanza di accordo su temi chiave, nonostante numerosi cicli di trattative. Kathy Zhang, presidente della Tech Guild, ha affermato che “il management è disposto a mettere a rischio la nostra copertura elettorale che ad accettare un accordo equo”. Il sindacato ha persino chiesto ai lettori di rispettare un “picchetto digitale”, evitando di utilizzare servizi come Wordle, Connections, e l’app NYT Cooking. Kathy Zhang, presidente della Tech Guild, ha dichiarato che il sindacato ha cercato di evitare lo sciopero, ma che il rifiuto del management di accettare un accordo equo li ha costretti a manifestare. Tuttavia, il sindacato rimane aperto a negoziare per chiudere il contratto. La NewsGuild ha anche presentato una denuncia per pratiche di lavoro scorrette, segnalando diverse violazioni del diritto del lavoro. La protesta, però, non coinvolge i giornalisti responsabili della copertura elettorale. Alastair Coote, del team interattivo del Times, ha scritto su X che avrebbe dovuto finalizzare il sistema di aggiornamenti elettorali, ma il mancato riconoscimento delle stesse tutele riservate ai colleghi di NewsGuild ha portato la Tech Guild a scioperare. Danielle Rhoades Ha, vicepresidente delle comunicazioni esterne del New York Times, ha affermato che l’azienda è impegnata a raggiungere un contratto equo con la Tech Guild, i cui membri sono tra i più pagati. Ha espresso delusione per lo sciopero, ritenendolo non necessario e contrario alla missione del giornale, soprattutto in un periodo di copertura elettorale cruciale. L’annuncio dello sciopero è avvenuto in concomitanza con il report sui profitti del terzo trimestre, che ha registrato 260.000 nuovi abbonati digitali, portando il totale a 11,09 milioni. Nel frattempo, le azioni del New York Times a Wall Street stanno registrando una flessione significativa, con una perdita di circa il 6,7%.