Nelle prime ore di domenica, soldati israeliani hanno fatto irruzione negli studi di Al Jazeera a Ramallah, nella Cisgiordania, imponendo al direttore Walid al-Omari di sospendere le trasmissioni per un periodo di 45 giorni. La stessa emittente qatariota ha riportato l’evento, sottolineando come non siano state fornite spiegazioni ufficiali dalle forze israeliane per l’ordine di chiusura. Il governo di Benjamin Netanyahu da tempo critica duramente Al Jazeera, considerandola uno strumento di propaganda della causa palestinese e del gruppo radicale Hamas, contro cui Israele sta combattendo un conflitto prolungato nella Striscia di Gaza.
Al Jazeera è uno dei pochi media internazionali ancora operativi nella Striscia di Gaza, territorio in cui Israele ha lanciato un’invasione a partire da ottobre, provocando la morte di decine di migliaia di palestinesi. Anche la Cisgiordania, governata con autonomia limitata dai palestinesi, è sottoposta a un crescente controllo da parte di Israele.
L’irruzione negli uffici di Ramallah segue una legislazione approvata dal parlamento israeliano ad aprile, che consente la chiusura dei media ritenuti pericolosi per la sicurezza del Paese. A maggio, una legge specifica ha stabilito la chiusura di Al Jazeera in Israele, rendendo inaccessibili le sue trasmissioni televisive e i suoi siti web. Ogni 45 giorni, il governo israeliano è chiamato a rinnovare questa misura.
Nel frattempo, nella giornata di domenica, l’esercito israeliano ha colpito circa 290 obiettivi nel Libano meridionale, tra cui installazioni militari di Hezbollah, in risposta al lancio di oltre 100 razzi dal territorio libanese. Hezbollah ha affermato di aver attaccato impianti industriali militari nel nord di Israele come ritorsione per recenti esplosioni che hanno causato decine di morti e feriti. La situazione in Libano è tesa al punto che l’Ambasciata americana ha elevato al massimo il livello d’allerta, sconsigliando qualsiasi viaggio nel Paese ai cittadini statunitensi.
Al Jazeera, che ha subito la chiusura forzata dei suoi uffici, sta già preparando una risposta legale per contestare la decisione nelle sedi giudiziarie.