Tg2 cambia look: nuova veste grafica e sigla

“Sono emozionato, da oggi il Tg2 cambia casa”. Con queste parole, il direttore del Tg2 Antonio Preziosi ha presentato il nuovo look del telegiornale, che da domani si presenterà ai telespettatori con una veste grafica completamente rinnovata e una sigla inedita. “Un servizio pubblico all’avanguardia deve poter contare su ambientazioni moderne”, ha sottolineato Preziosi, evidenziando come il nuovo studio sarà animato dalla dedizione della squadra del Tg2 e destinato a diventare parte integrante dell’esperienza dei telespettatori. Il rinnovamento, curato interamente dalla Direzione Produzione Tv del Centro Produzione Tv di Roma, si propone di innovare rimanendo fedele alle radici del Tg2. La nuova sigla, infatti, integra elementi del passato e del futuro, rappresentando un vero e proprio ritorno alle origini. “La persona al centro dell’informazione. È questa l’idea che ha ispirato il nuovo studio del Tg2”, spiega Preziosi, che poi prosegue: “È un impegno che viene dalla nostra storia e ci proietta verso il futuro. Per questo la nuova sigla contiene una citazione del passato. Quel ‘2’ che si compone in vari colori ci ricorda da dove veniamo e ci spinge a rinnovare l’impegno di serietà e di credibilità verso chi ci ascolta anche in futuro”. Un elemento di orgoglio è l’utilizzo esclusivo delle risorse interne Rai per la realizzazione del progetto. “Il fatto di aver utilizzato professionalità Rai per la progettazione dello studio e anche per la sigla non può che renderci orgogliosi”, ha commentato l’Amministratore delegato Rai Roberto Sergio. Questo approccio si inserisce nel quadro del nuovo piano industriale dell’azienda, focalizzato sull’innovazione, la trasformazione in digital media company e la valorizzazione delle eccellenti maestranze interne. All’inaugurazione del nuovo studio hanno partecipato molti direttori Rai, tra cui Antonio Pionati, Mario Orfeo, Gian Marco Chiocci, Paolo Petrecca e Alessandra Ferraro. La scenografia del nuovo Tg2 è stata realizzata da Flaminia Suri, la progettazione grafica da Alessandro Cossu, il progetto registico da Silvia Belluscio e Adriano Ilari, il coordinamento tecnico da Salvatore Zaru e Simone Di Battista, mentre il Direttore della fotografia è Stefano Russo.
Editoria e intelligenza artificiale, regole necessarie

Al Festival dell’Economia di Trento si è svolto un interessante dibattito sugli scenari futuri dell’editoria e dell’informazione alla luce delle trasformazioni indotte dall’intelligenza artificiale (IA). A confrontarsi su questo tema cruciale sono stati Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria, Mirja Cartia d’Asero, amministratore delegato de Il Sole 24 Ore, e Paul Verwilt, COO di Mediahuis. COMPONENTE UMANA Un punto chiave emerso dal dibattito è l’importanza della componente umana nel preservare l’integrità e la qualità dell’informazione. Secondo i relatori, l’adozione indiscriminata dell’IA senza un adeguato quadro regolatorio potrebbe portare a scenari problematici, compromettendo il ruolo cruciale dei giornalisti e la diversità delle fonti informative. “Per salvare il mondo dei media dai rischi dell’intelligenza artificiale dobbiamo adottare un approccio umano-centrico – dice Mirja Cartia d’Asero. Dobbiamo quindi tenere conto del fatto che si tratta di un tool tecnologico capace di amplificare le risorse a disposizione di un giornalista, ma anche che servono delle tutele etiche chiare”. REGOLAMENTAZIONE INTERNAZIONALE Paul Verwilt ha evidenziato una delle principali lacune attuali: l’assenza di una legge internazionale sulla proprietà intellettuale in relazione all’IA. “Nel momento in cui l’IA assorbe degli input e genera un output, questo nuovo prodotto di chi è?” ha chiesto Verwilt, sollevando una questione che necessita di urgente attenzione per evitare che la creatività e l’originalità dei contenuti giornalistici vengano sminuite. Alberto Barachini ha sottolineato ulteriormente il rischio di perdere la consapevolezza del ruolo dei giornalisti e della creatività. “Dobbiamo ricordare sempre da dove veniamo e dunque l’importanza dell’informazione stessa. Il rischio è che non resti che superficie o di paradossi come l’idea che un’informazione prodotta da intelligenza artificiale possa essere più imparziale”. EQUILIBRIO NECESSARIO Un altro tema cruciale trattato nel dibattito è stato l’equilibrio tra regolamentazione e autoregolamentazione. Mentre norme come l’Ai Act recentemente approvato dall’Europa rappresentano passi importanti, la loro implementazione richiederà tempo. Nel frattempo, è essenziale che i gruppi editoriali adottino regolamenti interni per gestire l’uso dell’IA in modo responsabile. Mirja Cartia d’Asero e Paul Verwilt hanno concordato sulla necessità di autoregolamentazione. Ciò include il blocco dei dati accessibili alle società di IA, l’uso moderato dell’intelligenza artificiale da parte dei redattori, la chiara definizione dei contenuti prodotti da IA e la protezione della presenza umana nella filiera produttiva.